Guida pratica per il fotoamatore evoluto che vuole fare foto di viaggio (senza per questo essere odiato ed emarginato)


Estate. Tempo di vacanze. Finalmente avremo l’opportunità di fare il  viaggio dei nostri sogni (che, per quanto, mi riguarda cambia a seconda di umori, stagioni e, alle volte, orario del giorno o della notte). Dunque, è arrivato il momento di controllare i documenti di viaggio, preparare le valigie e, in ultima analisi, decidere se si vuole affidare alla memoria o alla fotocamera la cristallizzazione dei nostri ricordi. Per alcuni di voi probabilmente questo non sarà un grosso problema. Nel caso aveste voglia di fotografare, non fareste altro che affidarvi al cellulare (magari di ultima generazione con megapixel in abbondanza), ad una fotocamera compatta o – per chi osa un po’ di più – ad una reflex accoppiata ad un obiettivo dall’ampia escursione focale che giaceva triste e dimenticata nell’armadio di zia Peppa. Ma, se avete la disgrazia di essere un fotoamatore evoluto o un professionista del settore, iniziano presto i dolori. Che cosa mi porto in viaggio per non perdere i momenti salienti della vacanza? E, soprattutto, come faccio a fotografare in viaggio senza ricevere petulanti rimostranze di amici, fidanzate, mogli, parenti, cani, gatti, pippo, pluto e topolino che, drammaticamente (e facendocelo notare sonoramente) ci aspettano lungo la via mentre noi cerchiamo l’inquadratura definitiva? Già vi anticipo, cari amici, che una soluzione che possa accontentare tutti non c’è. O meglio, esiste se volete partire da soli per un viaggio fotograficamente perfetto, carichi come uno sherpa del Nepal. Ma la realtà è un’altra e la conosciamo fin troppo bene. Dunque, tornando a noi, cosa portare in viaggio per fare belle foto e tornare con magici ricordi? Innanzitutto – soprattutto nel caso di viaggi itineranti – dimenticatevi di portare tutta l’attrezzatura che avete a casa. Sarebbe un suicidio e vi assicurerebbe solo una lombalgia e un divorzio (nel caso foste sposati). Dunque di seguito poche regole per vivere felici da fotografi in viaggio (e in comitiva). Regola N. 1): prediligete la funzionalità alla qualità assoluta. Non siete in studio, ma in giro per il mondo. Non siete neanche Cartier Bresson e – a meno di un attacco acuto di narcisismo improvviso – non pensate che qualcuno si aspetti da voi un capolavoro di reportage, degno del prossimo numero del National Geographic. Cercate invece di raccontare per immagini. Non importa se si tratta di una bella storia o di qualcosa di un po’ più crudo. Limitatevi a raccontare (a voi stessi). Le foto servono anche a questo (ricordiamecelo). E se esce qualche foto fuori dal comune, tanto di guadagnato. Dunque la regola N. 1) si declina così: prediligete gli zoom alle focali fisse e, possibilmente, evitate lenti stabilizzate. Il motivo è il seguente: meglio poco peso (1 zoom=almeno 4 focali fisse); per la mancanza dello stabilizzatore, sopperirà la luce (i giusti tempi di scatto, magari alzando la sensibilità ISO delle fotocamere) o, in alternativa, un treppiedi leggero (per chi è ricchissimo, in carbonio). Regola N.2): se siete dei veri fotografi, partite con un progetto in testa (la magia del reportage). La seconda regola ha questa semplice spiegazione: è inutile tornare a casa con CF da 32 GB stracolme di foto e poi tenere le immagini (che nessuno vedrà, neanche voi stessi) su hard disk a morire. Meglio (molto meglio) poche foto, ma che seguano un filo conduttore. Vi assicuro che questo consiglio vi restituirà grande soddisfazione (oltre a farvi risparmiare i soldi dell’ennesimo disco rigido da 4 terabyte). Regola N.3): prediligete attrezzatura che vi dia la gioia di creare effetti che assecondino la vostra sensibilità fotografica. Esempio classico: filtri fotografici ND (da molti stop), filtri di protezione UV, cavalletto leggero (ma solido). Regola N. 4)….(è l’ultima, lo giuro): tutta l’attrezzatura deve entrare in uno zaino che sarà, peraltro, il vostro bagaglio a mano. A chiusura di questo minimo prontuario, vi comunico che in parte io derogo (poco) a queste semplici regole, senza tuttavia stravolgerle. Le tengo sempre presenti per i miei viaggi e fino ad ora mi sono trovato bene. Il mio zaino, sempre pronto per i viaggi, è così composto: 1 fotocamera, 3 obiettivi (17-40, 70-200, 400) 2 filtri (da 77mm: 1 ND da 10 stop e 1 UV a protezione, da usare solo in caso di necessità, tipo tempesta di sabbia nel deserto quando l’ultima mia preoccupazione dovrebbe essere la protezione delle lenti frontali degli obiettivi), 1 cavalletto, 1 flash a slitta. That’s it. Spero di esservi stato utile, o, magari sono stato utile solo a me stesso per tenere a mente (sempre) che fare un viaggio non significa mai avere un occhio perennemente appiccicato ad un mirino, ma perdersi nella meraviglia di un paio di settimane di libertà, godendo di nuovi sapori, conoscendo nuove culture, immergendosi nella vita dei popoli che ci ospitano, lontani, finalmente, dai balzelli italici e dalle liti condominiali (e da molto altro ancora, per la verità).


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